04.09.2011

LA NATURA E I BAMBINI

Orti, fontane, vasche d’acqua, alberi da frutto, alberi, cespugli, composizioni di fiori, piante aromatiche, piante odorose, sabbia, piccoli animaletti, case per uccelli, prati , sassi, ecc Non è difficile vedere quanto i bambini sono collegati alla natura. I piccoli animaletti, l’acqua, gli uccelli, gli insetti, tutto ciò che significa natura innesta su di loro un interesse particolare. Questo proviene esattamente dalla loro anima leggera e complessa, ancora non contaminata dal pragmatismo e dalla frammentazione del mondo attuale.

La natura offre la possibilità di esplorare e sperimentare le cose, i meccanismi, i sistemi, lo svolgimento per fasi degli accadimenti e per i bambini tutto ciò è spontaneo e logico, non ha bisogno di filtri o metodi pedagogici applicati per renderla evidente o “ludica”, ma può entrare a far parte della sua quotidianità.

Si potrebbe definire pedagogia della natura tutto ciò, poichè in essa sono intrinseci e, attraverso l’osservazione e l’esperienza diretta, sono esplicati concetti,  pensieri, idee, immagini, nozioni, astrazioni, che regolano l’andamento della vita.

Ma quali sono i luoghi dove vengono ad innescarsi questi mecanismi?

Oggi in città la natura è vissuta come ultimo brandello di verde in un contesto edificato, “costruita” in parchi e giardinetti, in grado solo di rappresentare la sua essenza e non di svolgerla. Viene realizzato il senso del naturale che risulta quindi essere solo apparenza (ho visto in qualche luogo verniciare di verde parti in cemento in zone limitrofe a prati o aiuole). Tutto quanto è fatto dall’uomo, costruito, ideato e su tutto ciò prevale la sua presenza.

La natura è altrove, e per fortuna esiste ancora, ma va raggiunta fisicamente poichè spesso è dove la maggior parte della gente non vive. E poi risultiamo essere solo dei semplici spettatori, dei turisti. Come percepiscono i bambini tutto questo? Qual è il loro senso di appartenenza al mondo naturale?

Io credo che ciò possa indurre a credere che le persone non facciano parte del mondo naturale, e pertanto persa questa percezione, si lascia sfuggire quell’enorme talento che ha la natura nei nostri confronti. Con un atteggiamento antagonista e disattento si può solo produrre questo senso di spaesamento che spesso ci circonda nei nostri contesti quotidiani.

Perchè i bambini apprezzano più di noi la lentezza della crescita delle cose, si interrogano sulla loro “forma” o, per esempio, si sdegnano per gli odori penetranti? Non solo perchè si tratta di una novità. Essi  interagiscono con la loro parte emozionale verso il mondo naturale, si relazionano con sensibilità e ne traggono continuamente significati più che con altri mezzi e contesti (tecnologia, oggetti,… che considererei per loro natura finiti e obsolescenti). Questo rapporto è appagante e rigenerante, e pone una riflessione sul rapporto che la civilltà, e ciascuno di noi, intrattiene con la natura.

 

 

 

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