Il Museo del Tempo di Ozzano Taro costituisce un inestimabile patrimonio antropologico e sociale. Straordinario perché Ettore Guatelli, suo ideatore, fa rivivere non solo gli oggetti ma anche i gesti intorno agli oggetti; raccontando le cose, anche quelle più semplici e umili, attraverso la vita di chi le ha possedute.
L’idea di Ettore Guatelli era creare un museo accessibile alla comprensione di tutti, specie ai non intellettuali. L’operazione è stata quella di far sì che gli oggetti, umili e insignificanti, con cui si voleva mettere in comunicazione il visitatore, e a cui si voleva soprattutto trasmettere un’emozione, venissero riscattati. E per fare ciò Guatelli li ha raccontati, facendo parlare la gente che ha interrogato, restituendo ai suoi oggetti il loro vecchio nome, creando delle vere e proprie scenografie.
La visita guidata guatelliana era poi una performance, un interrogatorio, spesso centrato sull’ironia e la provocazione. Era un modello interattivo di visita e uno sperimentalismo sulle cose difficili da spiegare a parole.
“A Munari – scrive Pietro Clemente – lo accomuna l’idea dell’autodidattismo contro il sapere “togato” e la stessa idea di semplicità cercata con il rigore e la fantasia, che è parte importante dell’antiaccademismo di Guatelli”.
Il Museo è allestito all’interno della casa dello stesso Guatelli, una cascina in mezzo a una vallata vicino Ozzano Taro. Le pareti di questa casa sono completamente tappezzate da una moltitudine di oggetti, classificati per genere: i giocattoli, i martelli, le zappe…
Nascono così le composizioni di oggetti, che ne rappresentano ed esprimono tutta la varietà; oggetti che vengono restituiti al mondo attraverso una raffinata operazione estetica che recupera la loro dignità di oggetti indispensabili, rendendoli belli. Visione di insieme di oggetti, che diventano grafici, composizioni plastiche.
se non potete andare a visitare presto questo meraviglioso museo, vi consiglio nel frattempo di visitare il sito: www.museoguatelli.it
La ringrazio per il senso, l’amore e la cura.
“Sono le cose che guardano noi.”
Rinaldo Donati
– soud & vision walker